Mi chiamo Luciano Zinnamosca e sono nato nel 1947, nella provincia di Treviso. Attualmente vivo e lavoro a Verona, una città che ho imparato ad amare e in cui ho trovato il mio spazio creativo.
La mia formazione in architettura ha avuto inizio all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, dove mi sono laureato nel 1972. Da allora, la mia vita professionale è stata un viaggio costante nell’esplorazione dello spazio e della forma. Dal 1974 pratico la libera professione, dedicandomi alla progettazione architettonica. I miei progetti spaziano dalle abitazioni private ai grandi edifici di interesse collettivo, dalle piazze ai giardini, sempre con uno sguardo attento al restauro e alla cura degli interni.
Nel 1990, la mia curiosità e il desiderio di approfondire nuove prospettive mi hanno portato a esplorare il mondo della Bioarchitettura e del Feng Shui. Questa svolta ha arricchito il mio approccio progettuale, inserendo una forte enfasi sull’uso delle energie rinnovabili e sulla riduzione dei consumi energetici. Nel tempo, ho affinato tecniche di riequilibrio e armonizzazione degli spazi, scoprendo quanto la qualità degli ambienti influenzi il benessere fisico e spirituale delle persone.
A partire dal 1989, la progettazione di alberghi e centri benessere è diventata una parte predominante del mio lavoro. In questi progetti, ho sempre cercato di creare spazi che promuovano il benessere, convinto che la serenità di una persona dipenda significativamente dall’ambiente che lo circonda.
La mia passione per la scultura risale agli anni del liceo. Ho esplorato la creta e altri materiali plastici, realizzando opere che, col tempo, sono state trasformate in bronzo. Recentemente, alcune di queste opere sono state esposte in diverse gallerie, un riconoscimento che mi ha riempito di orgoglio.
Negli ultimi anni, mi sono dedicato anche all’arte fotografica, sviluppando un interesse particolare per le “foto-fusioni”, un processo creativo in cui sovrappongo immagini digitali per esplorare nuove forme espressive.
Credo fermamente che l’architettura, come ogni forma d’arte, non sia semplicemente una professione, ma un modo per cercare armonia, estasi e pace. Questa ricerca non è mai un fine a sé stessa, ma un mezzo attraverso il quale aspirare a “essere” nel vero senso della parola.